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Don Carlo I. Bernardi

Don Carlo Bernardi
Nacque a Pagnano d’Asolo il 22 agosto del 1887 e fu ordinato sacerdote da Mons. Longhin, a Ponte di Piave, il 21 luglio 1912. Iniziò la sua opera pastorale come cappellano a Camposampiero dove divenne vicario parrocchiale il 24 agosto 1914. L’ anno seguente si trova con lo stesso incarico a Villanova d’Istrana fino all’elezione a parroco di San Zenone degli Ezzelini, avvenuta il 24 agosto 1916. Celebra il suo ingresso in parrocchia il 24 febbraio 1917, in piena guerra mondiale, e causa quest’ultima, il 21 novembre di quell’anno, il Santuario viene sgombrato per necessità belliche. Esiste, nell’archivio della parrocchia, un elenco dettagliato dei danni subiti da opere religiose durante la prima guerra mondiale e dovuti al non sempre corretto uso di esse da parte dei militari. Ci limitiamo a ricordare che, per quanto riguarda il Santuario, tra le altre cose, finita la guerra, fu necessario tombare una trincea di m. 500 per m. 2,50. Ritornata la pace, don Carlo si diede da fare per costruire il nuovo cimitero. L’opera, approvata il 13 settembre 1920, fu realizzata completamente, per vari motivi, solo nel 1931. Nel 1923 don Bernardi si prodigo perché il preposto di Asolo cedesse alla parrocchia di San Zenone l’oratorio di San Marco. L’operazione ebbe successo e il 3 giugno del 1924 il procuratore permetteva l’acquisto della chiesa di San Marco per una somma di lire 6000. Nel 1925 si ebbe l’approvazione per la costruzione della chiesa di Ca’ Rainati, i cui lavori vennero bloccati nel 1929 per un incidente mortale accaduto a Luigi Spagnolo. Per comprendere lo stile dei rapporti di don Carlo con i Sanzenonesi si può riportare questa sua nota in risposta alla domanda se ebbe mai contrasti o dispiaceri nell’esercizio del suo ministero: “Sì e molti, specialmente da parte di una pattuglietta che per tradizione esercita il ruolo dell’anticlericalismo in parrocchia, sotto le insegne sovversive ieri, sotto quelle fasciste oggi, polarizzate sui detriti di quelle che furono le poche famiglie civili e prepotenti del paese fino a qualche lustro fa. Con le autorità civili rapporti a piede armato; con i grossi possidenti scostumati e irreligiosi rapporti di convenienza; con gli altri ottimi”. Questa nota fu scritta in occasione della visita pastorale di Mons. Longhin nel 1927; fra l’altro, si annotava l’alcolismo come vizio nella classe adulta. Don Carlo si impegnò anche per impedire che il comune di San Zenone venisse unito a quello di Fonte, inviando una lunga lettera al prefetto di Treviso, nella quale egli esponeva i motivi di carattere storico ed economico-sentimentale che rendevano negativa questa proposta. Il 27 agosto 1931 rinunciava alla parrocchia di San Zenone e nel febbraio seguente era cappellano incaricato delle opere sociali nella parrocchia “De La Asuncion di Maria Santissima di Avellaneda”, in Argentina. Dal 1934 fu cappellano sulla nave Saturnia e poi sulla Oceania. Dal 1946 al 1951 è vice direttore del museo di Asolo. Direttore dello stesso, nel 1952 è nominato ispettore delle opere d’arte della diocesi di Treviso. Morì improvvisamente a Pagnano d’Asolo nella notte del 17 marzo 1953.

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