Omelia conclusiva festività del Crocifisso

In questi giorni più volte ho avuto l’occasione di fermarmi davanti alla croce del Signore con questa considerazione: le mani di Gesù sono mani che hanno benedetto, sono mani che hanno guarito, sono mani che infondono tenerezza e forza eppure sulla croce sono mani inchiodate che non possono più benedire; che non possono più guarire; che non possono più raggiungerci per trasmetterci forza e tenerezza e questo a causa del nostro rifiuto che Gesù accoglie e porta con se… I piedi di Gesù sono piedi che hanno percorso in lungo ed in largo il paese di Israele e non solo, anche i territori stranieri, per portare il suo perdono, la sua guarigione, la sua salvezza, la sua vita… Ora però sono piedi inchiodati uno sull’altro che non possono più portare Gesù lì dove c’è bisogno a causa del nostro rifiuto che Gesù ha accettato e portato con se… Gli occhi di Gesù sono occhi di misericordia e compassione che hanno visto Matteo seduto al banco delle imposte, che hanno visto il cuore afflitto della donna peccatrice, che hanno visto la sofferenza della vedova di Nain, che hanno visto Zaccheo tra le fronde dell’albero di sicomoro, che hanno visto Natanaele quando era seduto sotto il fico… Sono entrati nel cuore di tante persone rinnovandole e rialzandole… ora però sono occhi velati di sangue, gonfi a motivo delle botte, coperti di sputi che non può togliersi; sono occhi ormai incapaci di aprirsi e questo a causa del nostro rifiuto che Gesù ha accolto e portato con sé con infinito amore… “Tu sei il più bello tra i figli dell’uomo, sulle tue labbra è diffusa la grazia” dice il salmo a proposito di Gesù. Quanta grazia e quanta sapienza sulle labbra di Gesù: le sue ultime parole sono parole di grandezza infinita: parole di perdono; parole di salvezza per il buon ladrone; parole di premura per il discepolo amato a cui consegna Maria come madre… Ora sulla croce sono labbra chiuse impedite dal nostro rifiuto che Lui ha accettato e portato con se… Il cuore di Gesù è un cuore che ha sempre pulsato per amore, il sangue nelle sue vene e nelle sue arterie è sempre stato sangue che circolava con amore nel suo corpo, ora non ce n’è più, il cuore è affaticato all’estremo e non può più battere a causa del nostro rifiuto che Gesù ha fatto proprio con la sua morte… Non possiamo che piangere la nostra miseria e pochezza che ci siamo costruiti con le nostre mani, con il nostro rifiuto…

Eppure lì sotto la croce, ci dice la scrittura, chinato il capo Gesù emise lo Spirito… E’ proprio il momento che viene descritto dal nostro crocifisso, ce lo testimonia anche l’artista che ne ha fatto la descrizione per il restauro. Si tratta di quel momento in cui Gesù ci dona lo Spirito Santo con il quale il suo corpo torna a vivere dopo tre giorni nella resurrezione e che oggi, in mezzo a noi, per tutti coloro che lo riconoscono ed accolgono, continua a portare la sua benedizione, la sua guarigione, la sua liberazione, la sua forza e tenerezza; che continua a portarci il suo sguardo di compassione e di misericordia; che continua a portarci la sua parola di salvezza, di perdono, di vita e resurrezione; che continua a portarci nella sua pienezza tutto l’amore che vive nel cuore risorto di Gesù. Chi vuol venire dietro a me, prenda la sua croce e mi segua perché lì sotto quella croce quando vi rimaniamo insieme con Maria, lì il Signore dona lo Spirito Santo, la sua grazia e la sua resurrezione… La nostra croce Gesù è la tua croce, tu l’hai presa con te per amore nostro e per donarci il tuo amore, aiutaci a non rifiutarla e a portarla a te e con te per attendere con fiducia il dono del tuo Spirito!!!

 

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