Riflessione Domenica 03 Febbraio 2019

Settimana scorsa abbiamo avuto motivo per lamentarci molto della Rai.

Per volontà del suo direttore Carlo Freccero, lunedì 21 gennaio Rai2 ha trasmesso in prima serata Ultimo tango a Parigi di Bernardo Bertolucci, in versione integrale. Quando uscì, nel 1972, il film venne sequestrato per“esasperato pansessualismo fine a se stesso”. La Cassazione confermò la decisione e Bertolucci venne privato dei diritti civili per cinque anni, per offesa al comune senso del pudore.  Non solo. La celebre scena di violenza sessuale che tanto fece discutere fu causa di numerosi problemi per l’attrice protagonista, Maria Schneider.

“Mi hanno quasi violentata – raccontò in seguito –. Quella scena non era prevista nella sceneggiatura. Io mi sono rifiutata, mi sono arrabbiata. Ma poi non ho potuto dire di no. Avrei dovuto chiamare il mio agente o il mio avvocato perché non si può obbligare un attore a fare qualcosa che non è nella sceneggiatura. Ma all’epoca ero troppo giovane, non lo sapevo. Così fui costretta a sottopormi a quella che ritengo essere stata una vera violenza. Le lacrime che si vedono nel film sono vere. Sono lacrime di umiliazione”.

Dopo l’uscita del film, la Schneider interruppe i suoi rapporti con Bertolucci e iniziarono per lei anni difficili: ebbe una crisi nervosa e venne anche ricoverata in un ospedale psichiatrico di Roma. Ricevette rifiuti da diversi registi, ebbe problemi di droga, sopravvisse a un’overdose e tentò il suicidio. Si fa un gran parlare di femminicidio, emancipazione femminile, abusi sessuali… ma come mai nemmeno mezza parola su questo episodio? Perché riproporre Ultimo tango a Parigi in versione integrale e per di più in prima serata? Che bisogno c’era?

 

Tratto da “SOS ragazzi” giornale WEB

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