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I Parroci

Parroci della Parrocchia di San Zenone degli Ezzelini

Ci siamo limitati a scrivere la storia degli ultimi nove parroci; per quelli precedenti il rimandiamo al bel libro di don Carlo Bernardi, La Pieve di San Zenone degli Ezzelini. Cenni storici e biografici.

In quel testo troviamo un elenco dei parroci che, aggiornato fino ad oggi, dà il seguente ordine:

1- Alberto (1330-1349)

2- Francesco da Chioggia, Vescovo (1370)

3- Giacomo Pozzi (1428)

4- Giovanni (1443)

5- Gianvettore da Feltre (1456)

6- Francesco da Faenza (1458-1496)

7- Pietro Dal Bo (1499-1521)

8- Lorenzo Dal Bo (1521)

9- Agostino Onigo, canonico decano del Duomo (1535)

10- Giambattista Passalacqua, il cardinale Pisani era il vero pievano (1554-1564)

11- Monsignor Giovanni Soratello (1564-1570)

12- Gasparo Groppello (1570-1580)

13- Giacomo Dolzani o Dolzano (1580-1608)

14- Giovanni Pontini di Asolo (1608-1641)

15- Sebastiano Compostella da Bassano (1642-1669)

16- Giovanni da Romano (1670-1689)

17- Pietro Vittorelli (1689-1695)

18- Francesco Gardellin (1695-1729)

19- Niccolò Stella (1729-1740)

20- Francesco Fabbris (1741-1761)

21- Marco Donatelli (1762-1780)

22- Giovanni Piloni (1780-1810)

23- Bartolomeo Cuniali (1811-1840)

24- Luigi Sforza (1841-1872)

25- Monsignor Antonio Bianchetto (1873-1894)

26- Alessandro Bertin (1895)

27- Monsignor Vitale Gallina (1896-1916)

28- Carlo Bernardi (1917-1931)

29- Monsignor Oddo Stocco (1931-1949)

30- Guglielmo De Grandis (1949-1953)

31- Monsignor Angelo Fraccaro (1954-1974)

32- Amedeo Scquizzato (1974- 2010)

33- Don Antonio Ziliotto (2010- 2022)

34-Don Paolo Cecchetto (2022-attuale aparroco)

Don Luigi Sforza

Don Luigi Sforza

Don Luigi Sforza

Fu nominato parroco il 22 aprile del 1841 e fece il suo ingresso pastorale il 2 febbraio 1842. I suoi genitori si chiamavano Domenico e Anna Pavan ed era nato a Noventa di Piave l’8 maggio 1803. Nella sua presenza pastorale dovette fare i conti con la situazione anticlericale di cui era impastato il nazionalismo dei nobili della zona. Non poche furono le critiche che gli vennero mosse quando esterno il desiderio di portare avanti il progetto, già altre volte emerso, di erigere la nuova chiesa. Riuscì a convincere i paesani dopo il colera del 1855 come voto per lo scampato pericolo. La prima pietra venne posta il 2 febbraio 1860. La popolazione si mise all’opera con entusiasmo anche per il consenso del Vescovo Zinelli. La solenne dedicazione della nuova parrocchiale avvenne il 13 agosto 1871, ricordata un anno dopo, il 15 agosto 1872, da Mons, Antonio Pollini, preposto di Asolo, divenuto poi Vescovo di Adria e Rovigo. Questa prima ricorrenza della dedicazione della parrocchiale non fu totalmente gioiosa perché meno di un mese prima, ad Abano, dove si era recato per cure, il 26 luglio, alle ore 10.30 del mattino era morto il parroco che tanta parte aveva avuto nella costruzione della parrocchiale. ll 29 luglio 1872 don Sforza venne sepolto nel presbiterio della vecchia arcipretale, sul Castellaro.

Mons. Antonio Bianchetto

Mons Antonio Bianchetto

Mons Antonio Bianchetto

Il Vescovo Zinelli chiamò don Antonio Bianchetto a sostituire don Sforza nella guida pastorale della parrocchia, uno dei preti che più riteneva capaci, e ciò per l’affetto che lo legava alla popolazione di San Zenone. Bianchetto, nato a Treviso da una famiglia agiata, il 24 maggio 1833, a soli 22 anni venne ordinato sacerdote nel 1855. Svolse la sua opera prima presso la chiesa di Santo Stefano a Treviso e poi come professore di storia e di matematica presso il Ginnasio del Seminario. Fu nominato parroco il 28 giugno 1873 e fece il suo ingresso pastorale il 7 settembre dello stesso anno. Appena arrivato, la sua preoccupazione fu quella di completare la nuova parrocchiale dandole un campanile adeguato, e di questa immediata preoccupazione si ha traccia in una lettera del Vescovo Zinelli indirizzata a don Bianchetto e datata 24 ottobre 1873 (solo un mese dopo il suo arrivo). Però, la preoccupazione principale di don Bianchetto era quella di istruire cristianamente i propri parrocchiani, vista la non positiva osservazione di Mons. Zinelli. Nella visita pastorale del 1867, il Vescovo, infatti, aveva osservato che esisteva “una dottrina non molto soddisfacente”. Per ottenere questo, aiutò la parrocchia anche con iniziative sociali ed economiche come la Società di Mutuo Soccorso, che ben presto fu trasformata in Cassa Rurale e l’ Unione Agricola. Il 1 agosto 1885 l’arciprete fu nominato canonico onorario del capitolo della cattedrale. Ma non termina qui l’opera di Mons. Bianchetto, che a San Zenone è ricordato soprattutto per il nuovo Santuario della Madonna del Monte. Il 2 giugno 1890 Mons. Bianchetto scriveva al Vescovo queste parole: “La chiesa che esiste sul monte della Madonna minaccia rovina. Sarebbe quindi desiderio di questa popolazione demolirla e di costruire nel medesimo luogo un tempietto di stile lombardesco, che ricordi i tempi degli Ezzelini, sopra cui avanti si innalzerebbe la nuova fabbrica. Il sottoscritto a nome dei suoi parrocchiani presenta istanza a V E. perché si degni di concedere la relativa facoltà. Baciandole il sacro anello mi protesto Antonio can. Bianchetto”. La risposta del Vescovo, Mons. Giuseppe Apollonio, fu la seguente: “Lodo il progetto; permetto che venga attuato e benedico Mons. arciprete e tutti quelli che lo aiuteranno a mettersi in opera quella molto religiosa e felice idea Giuseppe Vescovo”. Si iniziò così l’opera di costruzione del Santuario. La chiesa fu ideata dal prof. Carlini di Treviso in stile lombardesco, sotto la direzione del signor Francesco Spagnolo, capomastro, con la collaborazione di tutto il popolo e decorata dal pittore Noè Bordignon. Fu inaugurata il 22 novembre 1891. L’anno seguente venne aggregata alla Basilica Lateranense. Tutte queste gioie sembravano non dover mai conoscere ombre, le quali però già si affacciavano all’orizzonte per esplodere il 21 novembre 1893, giorno dell’inaugurazione del nuovo campanile e delle campane del Santuario. Motivo della discordia furono i nomi del parroco e dei fabbricieri sulle campane come voleva la consuetudine del tempo. Si arrivò a cancellarli. Mons. Bianchetto, amareggiato, per questo pianse e dopo la Pasqua del 1894 decise di andare in pellegrinaggio in Terra Santa. Ritornato, durante la sosta nella casa paterna, morì improvvisamente il 4 giugno 1894. In parrocchia si erano preparate grandi feste per il suo ritorno, ma il 6 giugno il popolo Sanzenonese si ritrovò unito ad accompagnare il proprio parroco accanto alla tomba di don Sforza, dove aveva chiesto di essere sepolto.

Don Alessandro Bertin

Alla morte di Mons. Bianchetto venne nominato parroco di San Zenone don Alessandro Bertin, che era nativo di Camposampiero. Il nuovo parroco fece l’ingresso solenne il 13 aprile del 1895, ma per motivi personali, o secondo altri, perché la parrocchia era in realtà “sproporzionata alla sue possibilità fisiche e alle sue doti intellettuali”, vi rinuncio il 1 ottobre 1895. In questo breve periodo di tempo riuscì a recuperare all’affetto dei Sanzenonesi la memoria del suo predecessore.

Mons. Vitale Gallina

Mons Vitale Gallina

Mons Vitale Gallina

Mons. Vitale Gallina nacque a Caerano San Marco il 28 aprile 1866, da Luigi e Maria Bandiera. Fu ordinato sacerdote nella cattedrale di Treviso da S. E. Mons. Giuseppe Apollonio, il 23 maggio 1891. Era stato per brevissimo tempo cappellano di San Martino di Lupari e poi parroco a San Trovaso dal 21 gennaio 1892 al 6 novembre 1895, giorno nel quale sostenne l’esame, riuscitissimo, per diventare parroco di San Zenone. A causa dell’opera svolta a San Trovaso non era ben visto dalle autorità civili che riuscirono a sospendere il regio placet e, solo il 15 agosto 1896, il nuovo arciprete poté celebrare il suo ingresso in parrocchia. Si mise subito all’opera in campo spirituale organizzando la scuola di dottrina cristiana e frequenti missioni per il popolo. Numerose furono le associazioni da lui stesso create o che per suo merito ripresero vigore. Tra queste ricordiamo l’associazione dei padri di famiglia, la congregazione delle figlie di Maria, il ricreatorio festivo per la gioventù femminile presso la casa della nobile Teresa Rubelli, l’associazione della gioventù maschile con le sezioni “giovani” e “piccoli luigini” , l’associazione delle madri cristiane, l’unione adoratori ed adoratrici, il terz’ordine francescano e la confraternita del Santissimo. Notevole fu anche la sua opera nel campo sociale: diede incremento alla Cassa Rurale, costituì l’Uni0neAgric0Za e la Mutua Bestiame. Nel 1900 eresse, primo in diocesi di Treviso, una grande sala per le associazioni e gli interessi cattolici e fu dedicata a Cristo Redentore. Nel 1904 fu nominato pro vicario foraneo; il 9 febbraio 1906 vicario foraneo e canonico onorario della cattedrale di Treviso il 24 luglio 1914. Nella stessa data fu nominato prelato domestico del papa Pio X. Nella visita pastorale del 26 gennaio 1908, tra le altre cose, si nota che a San Zenone c’erano 14 osterie e una bottega di caffè. Inoltre si citano come stampe cattive il Corriere e il Gazzettino. Nella visita pastorarale del 1 febbraio 1914, invece, si nota che le feste non venivano profanate se non da un piccolo numero di persone che in certe stagioni andavano a Crespano al mercato. Infine, è da ricordare che durante la prima guerra mondiale creò un ufficio che inviava indumenti a tutti i parrocchiani chiamati alle armi. Il 27 luglio 1916 lasciò San Zenone per diventare parroco di San Martino di Lupari.

Don Carlo I. Bernardi

Don Carlo Bernardi

Don Carlo Bernardi

Nacque a Pagnano d’Asolo il 22 agosto del 1887 e fu ordinato sacerdote da Mons. Longhin, a Ponte di Piave, il 21 luglio 1912. Iniziò la sua opera pastorale come cappellano a Camposampiero dove divenne vicario parrocchiale il 24 agosto 1914. L’ anno seguente si trova con lo stesso incarico a Villanova d’Istrana fino all’elezione a parroco di San Zenone degli Ezzelini, avvenuta il 24 agosto 1916. Celebra il suo ingresso in parrocchia il 24 febbraio 1917, in piena guerra mondiale, e causa quest’ultima, il 21 novembre di quell’anno, il Santuario viene sgombrato per necessità belliche. Esiste, nell’archivio della parrocchia, un elenco dettagliato dei danni subiti da opere religiose durante la prima guerra mondiale e dovuti al non sempre corretto uso di esse da parte dei militari. Ci limitiamo a ricordare che, per quanto riguarda il Santuario, tra le altre cose, finita la guerra, fu necessario tombare una trincea di m. 500 per m. 2,50. Ritornata la pace, don Carlo si diede da fare per costruire il nuovo cimitero. L’opera, approvata il 13 settembre 1920, fu realizzata completamente, per vari motivi, solo nel 1931. Nel 1923 don Bernardi si prodigo perché il preposto di Asolo cedesse alla parrocchia di San Zenone l’oratorio di San Marco. L’operazione ebbe successo e il 3 giugno del 1924 il procuratore permetteva l’acquisto della chiesa di San Marco per una somma di lire 6000. Nel 1925 si ebbe l’approvazione per la costruzione della chiesa di Ca’ Rainati, i cui lavori vennero bloccati nel 1929 per un incidente mortale accaduto a Luigi Spagnolo. Per comprendere lo stile dei rapporti di don Carlo con i Sanzenonesi si può riportare questa sua nota in risposta alla domanda se ebbe mai contrasti o dispiaceri nell’esercizio del suo ministero: “Sì e molti, specialmente da parte di una pattuglietta che per tradizione esercita il ruolo dell’anticlericalismo in parrocchia, sotto le insegne sovversive ieri, sotto quelle fasciste oggi, polarizzate sui detriti di quelle che furono le poche famiglie civili e prepotenti del paese fino a qualche lustro fa. Con le autorità civili rapporti a piede armato; con i grossi possidenti scostumati e irreligiosi rapporti di convenienza; con gli altri ottimi”. Questa nota fu scritta in occasione della visita pastorale di Mons. Longhin nel 1927; fra l’altro, si annotava l’alcolismo come vizio nella classe adulta. Don Carlo si impegnò anche per impedire che il comune di San Zenone venisse unito a quello di Fonte, inviando una lunga lettera al prefetto di Treviso, nella quale egli esponeva i motivi di carattere storico ed economico-sentimentale che rendevano negativa questa proposta. Il 27 agosto 1931 rinunciava alla parrocchia di San Zenone e nel febbraio seguente era cappellano incaricato delle opere sociali nella parrocchia “De La Asuncion di Maria Santissima di Avellaneda”, in Argentina. Dal 1934 fu cappellano sulla nave Saturnia e poi sulla Oceania. Dal 1946 al 1951 è vice direttore del museo di Asolo. Direttore dello stesso, nel 1952 è nominato ispettore delle opere d’arte della diocesi di Treviso. Morì improvvisamente a Pagnano d’Asolo nella notte del 17 marzo 1953.

Mons. Oddo Stocco

Mons Oddo Stocco

Mons Oddo Stocco

Mons. Oddo Stocco nacque a Caerano di San Marco il 30 giugno 1892 da Secondo e Giuseppina Piccolo. Fu ordinato sacerdote il 7 aprile 1917 da Mons. Longhin e inviato come cappellano a Salzano e poi a San Martino di Lupari. Diverme parroco di Pederobba e nel 1931, su invito del Vescovo Longhin e di Mons. Gallina, divenne parroco di San, Zenone. La sua opera, principalmente pastorale, era rivolta ad ottenere nei suoi parrocchiani una fede non ignorante, ma convinta. Per questo curo la predicazione, l’istruzione religiosa dei piccoli e la presenza in confessionale. Un altro aspetto di questa sua attenzione erano i frequenti corsi di esercizi che organizzava per tutte le realtà del paese. Egli sentì il problema delle vocazioni sacerdotali e religiose con distinto tatto spirituale. Le coltivò come i fiori del suo giardino. Le curò e le colse con passione. I fatti confermarono ciò. Numerosissime furono le anime che lasciarono San Zenone per consacrarsi a Dio nei diversi istituti e seminari, particolarmente in quello diocesano. Non fu meno attento ai luoghi di culto abbellendo l’arcipretale, decorando e ricoprendo in rame la cupola del Santuario e completando, a partire dal 1938, la chiesa di San Francesco a Ca’ Rainati. La sua opera nel campo sociale gli procurò molta stima tra i parrocchiani. Mons. Stocco si prodigo in maniera notevole durante la seconda guerra mondiale (esiste nell’archivio parrocchiale una dettagliata relazione) salvando diverse persone da morte sicura; nella succitata relazione vengono fatti i nomi di Baratto Antonio fu Francesco, De Martini Antonio di Vittorio e Pellizzer Angelo fu Giovanni. Dopo il 30 aprile 1945, in canonica, istituì un posto di ristoro per tutti coloro che, sfuggiti dai campi di concentramento, tornavano alle loro case. Sempre nel 1945, eccezionale fu il suo intervento dopo il terribile ciclone che distrusse totalmente i raccolti. Si adoperò senza sosta e riuscì a procurare 6000 quintali di grano necessari per soddisfare i bisogni della popolazione per l’intera annata. Il 17 maggio 1947 venne nominato Monsignore col titolo di cameriere segreto soprannumerario di Pio XII. Dal 1949 continuò la sua opera nella parrocchia di Salzano come arciprete. Morì a San Zenone degli Ezzelini il 4 agosto 1958.

Mons. Oddo Stocco lascia questa terra a 66 anni nel 1958 e dopo oltre 50 anni gli viene riconosciuto, dallo Yad Vashem di Gerusalemme, il titolo di “Giusto tra le Nazioni” e dal “Giardino dei Giusti del Mondo di Padova” il titolo di “Giusto del Mondo 2012”, per l’ospitalità offerta, con l’ausilio della sua Comunità, agli ebrei durante il “Mandato” a San Zenone degli Ezzelini. ausilio

Medaglia e Attestato di Benemerenza dello Yad Vashem

Si attesta che, nella sessione del 1 dicembre 2010, la Commissione per la designazione dei Giusti istituita dallo Yad Vashem, l’ente preposto alla memoria degli eroi e dei martiri dell’Olocausto, sulla base delle prove e delle testimonianze che le sono state presentate ha deliberato di rendere onore a Monsignor Oddo Stocco. Il quale, durante il periodo dell’Olocausto in Europa, ha messo a rischio la propria vita, per salvare ebrei perseguitati.

La Commissione, pertanto, gli conferisce la Medaglia dei Giusti fra le Nazioni. Il suo nome sarà inciso per sempre sulla Stele d’Onore del Giardino dei Giusti, presso lo Yad Vashem, a Gerusalemme.

Gerusalemme, Israele

Attestati del 27 febbraio 2011

Pergamena e Sigillo della Città di Padova per il Riconoscimento di “Giusto del Mondo 2012” del Giardino dei Giusti di Padova

A Mons. Oddo Stocco il cui operato per contrastare episodi di patente ingiustizia viene ricordato dalla città di Padova che ne decide l’iscrizione nel registro del Giardino dei Giusti del Mondo.

Pergamena e Sigillo della Città di Padova – 14 ottobre 2012

Una Stele e una Pianta di Ciliegio nel primo Sito del “Cammino dei Giusti” a Noventa Padovana – 14 ottobre 2012

A questi Riconoscimenti al sacerdote Oddo Stocco andrebbe aggiunto il merito di essere intervenuto per salvare pure coloro che avevano arrecato l’offesa e, ancora, per aver speso una vita volta ad accrescere la fede in Dio e sovvenire alle varie necessità della gente a lui affidata.

Sulla figura e l’operato del Pastore Oddo Stocco sono stati:

– pubblicati quattro volumi

“San Zenone degli Ezzelini al suo Arciprete Mons. Oddo Stocco .….” del 28 settembre 1947

“Mons. Oddo Stocco – Documenti e Testimonianze” del marzo 2006

“Il Sacerdote ‘Veneto’ dall’Unità d’Italia al Vaticano II” – “Atti del Convegno” del marzo 2006

“Mirabilis Humanitas” del settembre 2017

– realizzata una lunga serie di conferenze in diversi paesi del padovano, trevigiano, veneziano e vicentino

– dedicata una Via a Salzano e a San Zenone

– poste delle Epigrafi marmoree e Targhe a Caerano di San Marco, Pederobba, Salzano, San Zenone degli Ezzelini e Niamey (Niger)

Don Guglielmo De Grandis

Don Guglielmo De Grandis

Don Guglielmo De Grandis

Don Guglielmo De Grandis nacque a Trebaseleghe, il 22 aprile del 1898. Fece il suo ingresso a San Zenone degli Ezzelini nel 1949, rimanendovi per circa 5 anni. Nel 1952, essendo già completata la nuova chiesa di Ca’ Rainati, don Guglielmo vendette a privati il vecchio oratorio che era sconsacrato e definito “abbandonato e cadente”. Questa operazione contribuì alla costruzione della canonica, sempre di Ca’ Rainati. Agli inizi degli anni ’50 cominciarono i lavori per la costruzione della nuova scuola materna di San Zenone. Rilevante, al tempo in cui don De Grandis resse le sorti della parrocchia, fu la costituzione del laboratorio di celofame, situato in due stanze sopra la sala del cinema dove prima c’era 1’Oratorio dell’Immacolata. Esso venne benedetto dal Vescovo il 19 agosto 1951. Inizialmente erano quasi trecento le ragazze iscritte per lavorare in quel laboratorio. Nel 1954, don De Grandis fu chiamato a svolgere la sua azione pastorale a Trebaseleghe.

Mons. Angelo Fraccaro

Mons. Angelo Fraccaro

Monsignor Angelo Fraccaro nacque a Villarazzo di Castelfranco Veneto da Antonio e Anna Manera, il 10 aprile 1898. Fu ordinato sacerdote nel 1923 e fu dal 1926, prima curato, poi parroco di Santa Maria delle Vittorie di Volpago del Montello. Fece il suo ingresso pastorale, come parroco di San Zenone, il 21 febbraio 1954 e già il giorno dopo, 22 febbraio, dovette prendere atto di un importante avvenimento per il paese: la creazione della nuova parrocchia di Ca’ Rainati. Si notò subito il suo amore mariano: nel mese di maggio dello stesso anno trasporto l’immagine miracolosa della Madonna del Monte nella parrocchiale, consacrando la parrocchia a Maria. Tutto questo fu un’anticipazione dell’lncoronazione della Madonna del Monte avvenuta, con feste solenni, dal 24 al 26 settembre 1954, per mano di Mons. Piasentini, Vescovo di Chioggia. Già allora, come risulta dalla visita pastorale di Mons. Mantiero (17 ottobre 1954) era consistente il fenomeno dell’emigrazione, con circa 180 persone all’estero, corrispondenti al 7% della popolazione. Mons. Angelo Fraccaro, molto attento a questo problema, il 7 agosto 1955, in occasione della festa dell’Assunta, indirizzo una lettera Ai miei figli lontani. La partecipazione attiva alla vita della comunità cristiana era ben evidenziata dagli oltre 700 iscritti all’Azione Cattolica, pari a circa il 28% della popolazione. La pietà e il culto mariano di Mons. Fraccaro aumentarono l’ attaccamento della popolazione alle pratiche religiose. Innumerevoli furono le occasioni in cui don Angelo invitò i fedeli a meditare su Maria, sul di Lei Figlio e sui Misteri Cristiani. Occasioni importanti furono: la solenne inaugurazione del nuovo altare maggiore del Santuario del Monte (6 ottobre 1957); l’inaugurazione dei capitelli della Via Crucis (16 settembre 1958); la consacrazione del Santuario del Monte (4 settembre 1959); la proclamazione della Chiesetta Rossa a Santuario (8 aprile 1961); la consacrazione dei comuni della Pedemontana a Maria (8 settembre 1961). Infine, ci sono da ricordare gli appuntamenti quinquennali in ricordo dell’Incoronazione della Madonna del Monte a partire dal 1954 e, dal 18 settembre 1966, le feste quinquennali per l’Incoronazione del Crocefisso nella parrocchiale per mano di Mons. Antonio Mistrorigo, Vescovo di Treviso. Un avvenimento che sicuramente turbo più di altri la sensibilità di Mons. Angelo Fraccaro fu il furto sacrilego avvenuto la notte del 10 settembre 1971, nel Santuario del Monte. La statua della Madonna venne spogliata del suo oro, e venne profanato il Santissimo Sacramento. Fu portato via il tabernacolo-cassaforte e sparse le Particole consacrate dietro la casa dei Giacometti, vicino alla parrocchiale di Liedolo. Nell’ agosto 1972 si fece un nuovo capitello dedicato al SS. Sacramento, in via Fratta, a riparazione del gesto sacrilego. Mons. Angelo Fraccaro rimase parroco di San Zenone fino al 1974. Lascio la guida pastorale per raggiunti limiti di età. Si spense a Treviso, in Casa del Clero, il 23 giugno 1981.

Don Amedeo Scquizzato

Don Amedeo Squizzato

Don Amedeo Scquizzato, nato a Piombino Dese il 28 maggio 1929, da Valentino e Vilma Bertuola, fu ordinato sacerdote il 24 giugno 1956. Da quell’anno presto il suo ministero, come assistente, negli Istituti Filippin di Paderno del Grappa; nel 1959 fu cooperatore a Martellago e dal 1967 lo fu a Spresiano. E’ parroco di San Zenone dal 1974. Da qualche tempo è stato riattivato alla funzione originaria il Centro Parrocchiale Cristo Dio Redentore, costruito nel 1900, e che per anni fu affittato al Comune per ospitarvi la Scuola Media Statale. Notevoli sono stati i lavori di restauro a gran parte delle strutture parrocchiali; oltre al Centro sono da ricordare i lavori al tetto della parrocchiale, il nuovo orologio della torre campanaria e il totale ripristino all’antico splendore del Santuario della Madonna della Salute. Ora, grazie ad una donazione, la parrocchia dispone anche di una casa alpina chiamata Fraternità, come la cooperativa creata per gestirla. Qui si svolgono l’attività estiva dei campi scuola e momenti guidati di esperienza di comunità per gruppi della parrocchia. In questi anni sono sorti anche nuovi servizi parrocchiali come Radio Luce e il Gruppo Missionario. Dal lato pastorale, oltre a conservare i tradizionali momenti di celebrazione quinquennale, è stato dato risalto agli incontri per giovani ed adulti nel tempo di Avvento e si è iniziato un lavoro di comunione con le altre parrocchie del comune, prendendo spunto dalla settimana di preghiera per l’unità dei cristiani. Don Amedeo è stato vicario per la zona di Asolo. Dopo 36 anni la parrocchia di San Zenone ha dato il proprio saluto a Don Amedeo Squizzato il giorno 3 ottobre 2010 con una grande festa celebrativa.

Don Antonio Ziliotto

Don Antonio Ziliotto

Parroco dal 2010 al 18 dicembre 2022

 

Don Paolo Cecchetto

Don Paolo Cecchetto

Parroco attuale dal 18 dicembre 2022

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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